Nuovo summit sul clima a Copenaghen, nuova barzelletta farcita di meeting tanto cari ai diplomatici del mondo. Anche questi incontri si ridurranno a un nulla di fatto, ma non tanto per la mancanza di accordi, quanto per l'impossibilità sistematica di raggiungere un accordo.
È voler far volare una nave mettendoci le ali. La nave non volerà mai. Occorre un altro strumento per volare, l'areo appunto. Così è per il clima. Perchè? È semplice. In primis, perchè il commercio, avendo perso quella caratteristica di scambio di prodotti locali, ha distrutto i confini nazionali, ha potenziato all'infinito le multinazionali che hanno distrutto le economie locali e ha favorito l'inquinamento globale. La globalizzazione significa che un'azienda può avere sede a New York e produrre in Messico o in Cina. Ne risulta che le emissioni gringhesche si riducono, ma quelle messicane e cinesi aumentano. "La Cina è colpevole" grideranno i falsi e ciechi (se non ipocriti) paladini del futuro del nostro pianeta (mentre il presente di milioni di persone irachene, afghane, del Darfur eccetera, può tranquillamente calare a picco). È un meccanismo quasi perfido: i Paesi ospiti delle multinazionali si mettono il mantello da mentori del futuro pulito dell'ecosistema, mentre nulla obiettano al fatto che le stesse multinazionali producono all'estero, inquinando là e nascondendo di qua, e vendono i loro prodotti in casa. Mi chiedo cosa possa fare la Cina o chi per essa di fronte al fatto che quasi ogni prodotto che usiamo ogni giorno viene prodotto nel continente di gengis kan. Quest'anno gli USA hanno ridotto le emissioni e la Cina li ha aumentati. Ma se andate a leggere i numeri che si riferiscono alle importazioni di prodotti MADE IN CHINA in America, vedrete che sono raddoppiati. Qui sorge il dilemma: chi è colpevole dell'incremento, chi ha prodotto o chi ha ordinato il prodotto?Non si può incolpare l'operaio, ma il padrone dell'operaio, o no?
Di fatto, anche se tutte le automobili andassero a batterie e se su ogni casa ci fosse un sistema fotovoltaico e se la FIAT andasse a enegia eolica, il tasso di inquinamento dell'atmosfera non cambierebbe molto, perchè il maggior contributo è dato appunto da navi e aerei, soprattutto militari. Sono loro infatti a dover sostenere la mole di scambi commerciali che avviene da anni nel pianeta. Per fare un esempio, pensate che in Giappone possono bere caffè Illy, piantato in Brasile, tostato in Italia e venduto in Giappone. Ridurre le emissioni significa ridurre gli scambi commerciali, cosa quasi impossibile con l'assetto economico mondiale.
Intanto, il nostro studioso di arti politiche, il facoltoso (si fa per dire) nano-inventa-leggi, e non-abbronzato, il meglio noto Silvio Berlusconi, continua a favorire la costruzione di centrali nucleari. Così oltre alle scorie già scaricate dalla camorra nei mari calabresi, ci ritroveremo le scorie in tutta Italia. Tranne che ad Arcore, perchè nella lista dei siti prescelti dall'ENEL non c'è la Lombardia. Strano che nell'elenco delle città prescelte ci sia la Campania, il Lazio, la Sicilia. Un caso? Mancanza di fiumi in Lombardia?
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