giovedì 20 maggio 2010

Oggi ci sono stati i funerali dei due militari morti in Afghanistan. E ci sono stati i nostri politici a celebrarli, compreso l'arcivescovo Pelvi, ordinario militare (e già qui sorge il dilemma: un prete che benedice i soldati che obbediscono ai guerrafondai). Ho rispetto per la gerarchia vaticana, perché sono cristiano cattolico, ma non per questo sono interdetto dal dissentire da certe espressioni davvero paradossali nella Chiesa. Noi abbiamo il papa che fa l'enciclica "Dio è amore" e allo stesso tempo abbiamo gli ordinari militari che parlano delle nostre missioni militari all'estero come se fossero le missioni dei preti in Uganda. Riporto la frase della sua omelia.

Chi ama non può non morire, come chi si dona non può farlo a metà. Luigi e Massimiliano hanno vissuto per gli altri e sono morti per gli altri: sono morti come hanno vissuto, offrendo la loro giovane vita per gli altri

Morti per gli altri? Quali altri? Vissuto per gli altri? Quali altri? Dicendo così, caro arcivescovo, lei benedice i massacri fatti da "noi" alleati in Afghanistan e Iraq; lei benedice e approva la carneficina operata da oltre 9 anni nel Medio Oriente, quando né un afghano né un iracheno hanno mai leso una singola pietra della sua chiesa secolare o dei palazzi capitolini; lei usa lo stesso linguaggio ambiguo e demagogico di chi ha scatenato queste invasioni (vedi l'inventore divino di guerre sante, G. Bush) e di chi le ha condivise villanamente, per impotenza intellettuale (parlo dell'imbrettato di prima fila, suo leccapiedi signor primo (e ultimo) ministro Berlusconi); lei confonde e contribuisce a inasprire tutti i rapporti con il mondo musulmano. Stando alle sue parole, sarebbe altrettanto legittima una omelia fatta da un imam afghano che benedice i morti afghani che hanno cercato di vendicare i loro morti. Da un punto di vista umano, sembra più plausibile la seconda omelia. Anche lei se la fa sotto quando vede gli incravattati e amidati dèi dell'olimpo, scesi in terra a salutare il suo altare. Parlo di Bossi, Berlusconi e delle loro tuppe. O ha già venduto la coscienza, per cui non sente più la sua voce, oppure la sente e se ne sbatte. Avrebbe potuto fare una predica rivoluzionaria per almeno una volta, parlando della verità che si nasconde in tutta la nostra società e in tutto il nostro governo, affarista di criminali (vedi Putin) e ricconi senza scrupoli (vedi il Montenegro). Avrebbe potuto parlare della suonante verità, quella che avrebbe rimbombata nella sua bella basilica come un boato nel buio. Avrebbe potuto fare una predica tipo quelle che si sentivano duemila anni fa fatte da un falegname per il quale lei oggioccupa il posto che occupa. Ma invece niente. Si continua a usare parole come amore, pace, con tale leggerezza che davvero c'è da ammirare chi lotta ancora solo verbalmente.
(Strano che entrambi erano meridionali, ovvero ragazzi precari con l'unica speranza di sistemarsi nell'arma.)

Veniamo infine all'exploit di Bossi, che spara il tipico errore di ragione diventuo luogo comune per inculcamento violento.
Purtroppo (la missione) è necessaria e da confermare. Il terrorismo se non lo sblocchi dove nasce, si espande.

Con questa frase, pronunziata in termini di prevenzione da quel mentecatto di G. Bush (e che la storia non si ricordi di lui), noi, italiani, per mezzo di questi vecchiardi che usano il paese come una prostituta, sanciamo che
- è giusto sterminare i Ceceni, perché sono tutti terroristi e padri e madri di terroristi
- è giusto sterminare i palestinesi, perché in essi ci sono dei poveri disgraziati ribelli che mettono le bombe
- è giusto abbattere le torri gemelle, perché un terrorista terrorizzato da una possibile invasione degli USA potrebbe pensare che è meglio bloccare il terrorismo dove nasce
- è giusto distruggere un paese come l'Iraq, che avevano detto che aveva armi chimiche, poco importa se non sono mai state trovate
- è giusto bombardare qualsiasi cosa e mandarci i nostri giovani meridionali, basta dire che là dove andranno c'è il terrorismo, chissenefrega se ci sono donne e bambini come i nostri.
I nostri accordi con gli alleati, ovvero gli Usa, sono accordi economici. Nient'altro. Non c'entra né l'onore, né nient'altro. Si giustificano gli accordi economici con questi teatrini, macabri, montati sui buoni sentimenti. Guardate Berlusconi che chiama "amico" il presidente del Montenegro e Putin... Il primo, indagato dalla stessa magistratura montenegrina per contatti con la mafia, e il secondo che ha un genocidio in casa (la Cecenia).
Questa è l'Italia. E noi combattiamo per un Italia dove non ci saranno più questi signori e queste parole bestiali.

0 commenti: