giovedì 11 febbraio 2010

TELENOVELA A PUNTATE: QUANDO L'ULTIMA?

Dobbiamo, purtroppo, aspettare che la telenovela, la tv-serie, la commedia di "natale" a puntate, protagonista unico e indiscusso, silvio berlusconi, si concluda con l'ultimo atto di madre natura.

Noterete che ho messo in minuscolo il nome del duce-protettore-di-puttanieri-e-corruttori, visto che ormai egli rappresenta non più un nome proprio di persona quanto un nome comune di un gruppo di persone, nonché un nome comune di una mentalità che si è diffusa come il veleno nell'Italia. È la mentalità basata su un fatto unico in Italia.
Vi riporto, per commentarlo, l'intervento del dux-beato a proposito dell'ennesimo caso di corruzione ai danni dello Stato che vede incriminato anche il neo protetto (a suo malincuore spero) Bertolaso:

Anche una azienda piccola può fare benissimo i lavori, e li ha fatti benissimo. Non vedo dove sia lo scandalo, non capisco questi pm - continua il premier - Se una persona opera bene al 100% e poi c'è l'1% discutibile, quell'1% deve essere messo da parte. Mi sembra una cosa di buon senso che è difficile non capire". Una tesi che il Cavaliere rafforza con una certezza: "Se uno mette il telefono sotto controllo per due anni si alzi in piedi chi pensa che non possa uscire qualcosa di scandaloso". E comunque, "non si tratta di reati ma di qualcosa inerente alla sfera privata

L'1% a cui si riferisce il nostro mazinga è l'imbroglio "gelatinoso" impastato da imprenditori e funzionari pubblici in alcune opere (G8, Olimpiadi del nuoto a Roma, eccetera).
Come dire: se per costruire autostrade, ponti e palazzine devo far fuori il giudice Pinco Pallino con una tonnellata di tritolo, cosa vuoi che sia? Si è sanzionata la legittima difesa per tutti i criminali che potranno invocare questo metro presidenziale: basterà opportunamente scegliere le quote percentuali e far ricadere nell'1% tutto ciò che prima era illecito.
Se qualcuno commette un reato (non stiamo parlando di quello strano 1% a cui si riferisce sua eminenza paperon de' paperoni, ovvero i festini lussuoriosi che rispecchiono l'andazzo dei gusti propinato da tv, show, micro-notiziari a base di deretani, comici, internet, cinema italiano), in Italia, e forse anche nella Russia di Putin, emerito amico di merenda del nostro, non viene condannato il reo (confesso) ma il giudice che imputa il reato. Strano caso! La cosa grave è che questo stato di cose non è più l'eccezione, ma la regola. Ancora più grave è che esista ancora un "popolo", quello dell'amore, come lo definisce il dux-spara-minchiate, che lo sostiene, anzi lo osanna e lo segue. Ma voglio sperare che si tratti solo del popolo dei picciotti, dei compari, clan ristretto di disgraziati e di ricconi perditempo. Speriamo che sia così.
Mi chiedo, tuttavia, se la rinascita di questo Paese si possa fare ancora a colpi di blog, di opinioni che forse mangiano tempo ad altro. Occorre non un opinionista, né un polemista, né un giornalista. Occorre un popolo nuovo.

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