venerdì 8 gennaio 2010

LE EQUAZIONI DI (STO) MARONI


Secondo il mastino Roberto Maroni, riguardo i disordini di Rosarno, a procovarli sarebbe il degrado, a sua volta ingeneratosi dalla troppa tolleranza che, a sua volta (usa le deduzioni come io uso la carta igienica) sarebbe stata generata dall'immigrazione clandestina.
Lasciamo perdere il fatto che a protestare non erano clandestini, ma anzi lavoratori che dissodano le terre calabresi e italiane per farci trovare ogni giorno i prodotti che allietano la nostra pancia italiana; secondo lui il degrado non è responsabilità del governo che dell'immigrazione se ne infischia o si limita solo a creare posti fittizi di lavoro part-time (vedi alla voce: prendere le impronte nei campi rom) o a costringere i marinai a obbedire a leggi barbare (vedi alla voce: rimandare   indietro i moribondi arrivati per un pelo sulle barcaiole). Per il lui il degrado non è causato dal costringere a far vivere delle persone (clandestine o meno che siano) in 15 metri quadri in gruppi di 20, in fattorie abbandonate (venite nella piana del Sele!). Per lui il degrado non è causato dai datori di lavoro che fanno vivere i loro lavoratori così. Lui fa l'equazione: straniero = clandestino = criminale.
Per lui il degrado non è rappresentato dal fatto che quotidianamente queste persone (per lui tutte clandestine, secondo l'equazione di sopra) vengano maltrattate, prese a pistolettate (ricordate quello preso di mira dal balcone, a Napoli?), picchiate (ricordate il giovane morto a Milano picchiato con una spranga?).
Per questo, anche gli spari dei calabresi, che sono noti, non hanno tardato a difendere la città di Rosarno dal disordine (e se lo chiamassimo rabbia, reale rabbia, o diritto a manifestare?Chissà poi come si ingenerano i disordini...Berlusoni li genera-ingenera dal palco).

Di equazioni come quella di Maroni ne è piena la storia del 1900. Speriamo non anche del prossimo secolo.




0 commenti: