sabato 12 dicembre 2009



Ho letto con un senso di impotenza l'artciolo del giovane scrittore  PAP KHOUMA, italiano con tanto di documenti italiani, che vive e lavora in Italia, ma con il colore della pelle "nera".

Il dio preferito dagli italiani, si sa, è la televisione. Gli altri dei hanno tutti la stessa radice: tele-scopaggio, tele-novela, tele-vendita,tele-promozione, tele-cronaca. Ne deduciamo che, in media, e soprattutto per quei medi (o mezzi) uomini che cavalcano il cavaliere (scusate il gioco di parole) abbeverandosi alle sue stalle (televisioni e annessi), il giudizio medio è mutuato dalla televisione. Non mi meraviglio che la gente comune si esprima come riporta il signor Khouma nel suo breve ma angosciante racconto: Nero=extracomunitario=ladro=sporco=cretino. Avviene un po' come negli USA (da cui, a differenza di altri europei,  abbiamo preso quasi tutto), dove la paura è inculcata dai media: arrivano la cavallette, proteggetevi! ci sono i neri in strada, sparate! 

Con un Paese governato da un autentico cretino, supportato dal popolo dei mangia-cristiani la Lega, e circondato, ahimé, da una sinistra tiepidissima, eccetto il poliziotto Antonio Di Pietro; con un popolo allo sbaraglio, una troppo timida e sparpagliata lotta giovanile, se non a volte strumentalizzata; con la diffusione persino nell'aria dello sterco-padania (scusate per tutti gli altri uomini dotati di razio che vi abitano, ma mi riferisco, come intuite, alla Lega) che incita al razzismo da Ku Klux Klan (attenzione: anche quelli del KKK andavano a messa!), dobbiamo sperare solo che questo sia il fondo in cui è precipitata la nostra nazione. In altri tempi, avremmo preso le armi in mano, visto che con le buone non ci si cava nulla. Ci rimane solo la speranza che la natura faccia il suo corso e la preghiera che questo stato di cose faccia soffrire la gente almeno il meno possibile. Ma, ahimé, forse anche questo dipende da noi. 

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