domenica 6 luglio 2008

Sottoscrivo

Non è che siamo d'accordo in tutto con l'on. Di Pietro, ma in quello che scrive in questo articolo possiamo dirci di essere a suo sostegno.
Diffondete.

Carissimi,

ci sono momenti nella vita delle nazioni in cui i cittadini devono fare
delle scelte.

Momenti in cui non si può più fare finta di niente e continuare a
credere che, in fondo, nulla veramente cambierà. Le leggi che
continuamente vengono proposte dal nuovo Governo sono un attentato alla
democrazia. Se passano, vincerà il regime e perderà, per un tempo
indefinito, la democrazia.

Non c'è bisogno dell'esercito per togliere la libertà ai cittadini. E'
sufficiente manipolare l'informazione e, grazie a questa, farsi eleggere
in Parlamento. Quindi legiferare contro la Costituzione, contro
l'indipendenza della magistratura, contro la sicurezza dei cittadini,
contro la libera informazione. Una legge dopo l'altra.

Cosa distingue un primo ministro di una democrazia da un dittatore? Il
vero tratto distintivo è l'impunità assoluta del dittatore. Quando
Silvio Berlusconi l'avrà ottenuta l'Italia sarà, a tutti gli effetti,
una dittatura. Sorprende come opinionisti autorevoli abbiano potuto
accreditare Silvio Berlusconi di qualità di statista e come una parte
della stessa opposizione abbia creduto di poter avviare con lui le
riforme istituzionali.

La storia di Berlusconi parla per lui. I suoi innumerevoli processi, la
condanna per corruzione giudiziaria del suo avvocato Cesare Previti per
la Mondadori, la sua appartenenza alla P2, l'occupazione abusiva delle
frequenze di Rete4. L'elenco è interminabile come i danni subiti a causa
sua dal nostro Paese. Mi riferisco soprattutto allo spegnersi della
coscienza civica, della morale, dell'etica. All'esempio devastante che
Berlusconi ha offerto alla nazione e alle giovani generazioni in quasi
venti anni, un esempio aggravato dalla sua impunità.

Una situazione simile a quella dei ragazzi nei paesi del Sud che
ammirano il camorrista o il mafioso locale. Il Consiglio dei ministri di
oggi, 27 giugno 2008, ha approvato il DDL per garantire l'impunità alle
prime cariche dello Stato durante l'esercizio del loro mandato, che
diventano quindi più uguali degli altri cittadini di fronte alla legge.
Nelle scorse settimane sono state presentate dal Governo leggi che
definire vergogna è insufficiente. E' più corretto chiamarle eversive e
criminali in quanto minano le basi dello Stato e favoriscono i delinquenti.

La sospensione dei processi per un anno serve a evitare la possibile
condanna di Berlusconi al processo Mills di Milano. Altri centomila
processi saranno bloccati per reati che vanno dallo stupro, alla truffa,
al rapimento di minore.

La sicurezza dei cittadini, tanto sbandierata in campagna elettorale da
Berlusconi e dalla Lega, è sacrificata all'interesse del presidente del
Consiglio. Il divieto di pubblicare le intercettazioni una volta
depositate in tribunale a disposizione delle parti, e quindi di fatto
già pubbliche, impedirebbe di venire a sapere di Parmalat o dei furbetti
del quartierino. Il giornalista che pubblicasse le intercettazioni
finirebbe in carcere, il suo editore chiuderebbe e chi ha compiuto il
crimine non dovrebbe rispondere all'opinione pubblica.

Con questa legge, negli Stati Uniti non ci sarebbe stato il Watergate e
Nixon non avrebbe rassegnato le dimissioni.

L'Italia dei Valori proporrà un grappolo referendum per l'abrogazione di
queste leggi contro la democrazia, se necessario promuoverà azioni di
disobbedienza civile come la pubblicazione degli atti giudiziari.
Nessuno può più rimanere a guardare.

*L'8 luglio a Roma dalle ore 18:00 in Piazza Navona,* in contemporanea
con l'iter di approvazione della legge sulle intercettazioni, l'Italia
dei Valori insieme a esponenti della società civile ha indetto una
manifestazione per la libertà di espressione e per la giustizia.

Antonio Di Pietro

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