mercoledì 2 luglio 2008

Le guerre di Pinocchio




Non è che mi attiri molto Camilleri, ma in queste sue poesie dice qualcosa di esatto.
"Le guerre di Pinocchio", cioè le guerre iniziate dopo l'11 Settembre, sbandierate come guerre al terrore e alle armi chimiche, senza poi trovare né il capo dei terroristi (almeno così dicono che è) e nemmeno una goccia di armi chimiche (quelle sono venute dopo, con il fosforo bianco).

Dice Camilleri "a loro il naso non si è allungato, il portafogli sì".
Allora, ci chiediamo, cosa possiamo fare? Se i mezzi per gridare ci sono; se i mezzi per conoscere e sapere ci sono; se i mezzi per capire la verità ci sono, dove stiamo sbagliando? Se tutto questo c'è, come mai questa gente va al potere? D'altra parte loro sono i rappresentanti dell'Italia. Ovverosia, milioni di italiani hanno scelto di essere rappresentati da loro. Il problema è spostato. Non sono i politici il problema. E' il popolo italiano. Non dobbiamo scendere piu' nelle piazze, perhé le piazze sono il mondo. Non dobbiamo piu' gridare v-day senza dare il pane della ragione. Dobbiamo incontrare la gente, l'uomo, con i suoi problemi, cercare di capire prima di pronunciarci, e, comunque vada, alla fine pronunciarsi.
Il lavoro è lungo, ma ne varrà la pena, per noi che avremo combattuto e per i nostri figli che riceveranno i frutti della nostra lotta.

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