Umberto Eco, conclamato intellettuale e scrittore italiano, portato sul podio dai successi dei suoi romanzetti, nonché professore dell'Università di Bologna, in una sua intervista contro i tagli del governo Berlusconi (che le ultime notizie su una sua possibile capitolazione ci fanno tremare e al tempo stesso preoccupare), dice, in poche parole, che se non si legge, si commettono degli errori.
E guardate un po' che esempio fa per spiegarlo:
"Se Bush avesse saputo usare gli storici non si sarebbe impantanato in Afghanistan. Così come Hitler: se avesse letto due libri, avrebbe capito che non ce l’avrebbe mai fatta ad arrivare a Mosca prima dell’inverno”
E mi son detto: è matto? Stando alle sue elucubrazioni, dovremmo pensare che la guerra in Afghanistan e le sue affini (Iraq, Palestina, Vietnam, eccetera) sono sbagliate perché non sono guerre perse. Impantanarsi significa appunto perdere. Stando alla frase, non contano i milioni di morti civili, i disastri naturali provocati da una guerra che tutto è se non una invasione di un popolo violento e menzognero, gli USA, sostenitore della sovranità degli Stati, in un altro Stato. Non conta la barbarie scatenata da Hitler e i suoi eserciti, ma conta il fatto che egli si sia "impantanato" in Russia. Caro Eco, basterebbe leggere, come sostieni, qualche libro (vedi alla voce Chomsky) per rendersi conto di come agisce il mondo oggi. E se hai detto queste parole come battuta e con il sorrisino in bocca, la tua colpa è duplice.
Il ritorno
6 anni fa
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