domenica 21 marzo 2010

FACCETTE ANNERATE, DI DELUSIONE

Si ha sempre meno tempo a scrivere, di questi tempi, che il pane è sempre più difficile trovarlo. E devo essere proprio matto se ancora perdo tempo a commentare i fatti italiani.

Dovrebbero commentarsi da soli, almeno per gente dotata del coraggio di ragionare. Del senso del gusto.
Come sapete, dopo la figuraccia del nostro duce-pinguino  Berlusconi e dei suoi seguaci, ieri a Roma siamo stati spettatori di una parte d'Italia ancora capace di andare dietro a questa gentaglia che ci governa. Il corteo di salamelecchi cantava "faccetta nera".
Commentiamo i loro patetici slogan.
"L'amore vince sempre sull'odio".
Oggi come oggi, ogni parola è un malinteso. Io dico "amore" e tu pensi a un'altra cosa. Io dico libertà e tu pensi a un'altra cosa ancora. Passavo per la strada e c'era un negozio roseo con la scritta "love community plaza". Penso che immaginiate tutti cosa sia. Un bordello, con pure la Visa e MasterCard.
Ma questi tizi cosa intendono con amore? Secondo loro, anzi secondo quello che vogliono far credere ai loro elettori, la giustizia - a cui gridano i recenti fatti di corruzione, associazione mafiosa di parlamentari e politici, scandali in appalti, eccetera- non è altro che "odio" e "invidia" di tutti quelli che non seguono il gregge drogato del Pdl. Secondo loro il chiedere giustizia è una forma d'invidia. Incazzarsi sulle leggi scudo di questo branco di porci che guadagnano fiumi di euri al mese - mentre c'è in Italia chi non sa come campare i figli -non è chiedere giustizia, è "invidia". Ricordate quella canzonetta di Iannacci, "le nostre lacrime fan male al re"? Ho detto tutto.
L'amore vince sull'odio. Ma che razza di presa per gli zebedei è mai questa? L'altro ieri leggevo che quei grassi pazzi a piede libero dei leghisti distribuivano sapone per lavarsi le mani se si entra in contatto con uno straniero! Peccato, che la regola non vale per tutti i calciatori milionari stranieri che sono in Italia. Per non parlare delle soubrette-escort-tv: lì si può toccare, e i pdellini ne sanno qualcosa (non ti preoccupare Berlusca: NON SIAMO PER NIENTE INVIDIOSI!). I pomodori e la salsa della sua bella lasagna, Borghezio (un fuori di testa totale!) non sa che vengono dalle mani sporche di poveri cristi umiliati e offesi che lavorano nei campi. Non mi meraviglio che i pazzi siano al parlamento. Prima avevamo anche delle attrici pornografiche, viste addirittura di buono occhio. Mah.
"Siamo il popolo di uomini e donne che amano la libertà". 
Di quale libertà stanno parlando? Si è visto come viene gestita la libertà di espressione: il premier-pinguino prende il telefono, chiama quello della RAI che se la fa sotto (senò perde le sue settimila tredicesime) e subito i vari annozero e talkshow controcorrente vengono chiusi con le pièù risibili giustificazioni. Ah Ah Ah! Secondo il saggio-incipriato della montagna di Montecitorio, il siculo-esperto di Costituzione, Angelino Algano, intercettare il premier sarebbe una violazione dell'articolo 15 della Costituzione.
La loro libertà: libertà di rubare, di andare a puttane con i soldi pubblici; di manovrare appalti; di elargire tangenti; di appoggiare stati assassini come Israele; di dire balle al popolo che manco se ne frega più; di sputare sugli stranieri, tranne quelli che giocano nel Milan; di fare accordi misteriosi con la gerarchia vaticana. Bene. Questa è libertà?


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