domenica 20 dicembre 2009

DI TELEPOLITICA

A parte la mancanza di tempo, non ho voluto cimentarmi a giudicare tutto l'accaduto che ha fatto seguito al ferimento di Silvio Berlusconi, a cui vanno le nostre simpatie come uomini che debbono rispettarsi per natura, ma non certo come cittadini, visto che quello che temevamo si è avverato.

Di certo il colpo, sferrato dal povero disgraziato subito etichettato psicolabile non è stato il preludio né di una folgore sulla via di Damasco, né di un'ammaccamento di gamba alla Loyola. Nessuna conversione avvenuta. Anzi. Ritornano alla mente le parole di uno che disse che "difficilmente un ricco si converte". 

La prima riflessione è su ciò che ha generato questo gesto. In primis, lo psicolabile quasi subiva il linciaggio. Come fanno alcune frange estremiste dei Taliban. Per cui ho subito pensato  quando mandiamo i nostri soldati in medio oriente a sostenere da anni, ormai, massacri di cui nessuno sarà colpevole; quando abbiamo sentito dirci dal nostro presidente che "Bush è il mio migliore amico" (frase forse ripetuta per Putin), sapendo che Bush, e Putin, sono due sanguinari in cravatta che hanno avviato una macchina mostruosa di morte e distruzione dall'Iraq fino alla Georgia (e se non ne sapete niente leggetevi almeno il libro di Anna Polytoskaya), allora sì abbiamo davvero dubitato delle facoltà intellettuali del nostro.

L'arrivo di quel kilogrammo di souvenir è stato vissuto, invece, come l' ennesimo episodio di una serie tv, dominata dalla evidente finalità del soddisfacimento degli appettiti più bassi dello spettatore, che, invece di allontanarsene, ne contempla la "grandezza". A dispetto del piano destabilizzatore di una certa sinistra che sperava nel fattore morale, il "popolo" (quello che organizza le manifestazioni di solidarietà per i graffi del premier ) ammira del suo "eroe" le riuscite, da quelle erotiche (vedi le cosiddette escort) a quelle cabarettistiche (vedi i vari modi giullareschi con cui Berlusconi etichetta, ovunque si trovi, i cittadini italiani (o meglio, quelli che non stanno con lui o che non assoggettano la legge ai suoi desideri): coglioni, malati di mente, vigliacchi, eccetera. Si evocano parole come "amore e odio", quasi fossimo nel mezzo di un martirio, alla pari di un Ghandi o di un Luther King; si seguono con ansia le singole emoglobine chiudere le ferite del soggetto;  si organizzano manifestazioni di "solidarietà" (menomale che non le hanno chiamate di "beneficienza"!). E il nostro on.Berlusconi, che ripetiamo non ha ricevuto, anche se poteva, il dono della folgorazione paolina, continua il suo ritornello "Andrò avanti". Ma non capisce che l'unico modo per andare avanti è tornare indietro!

In primis, eliminare dal governo qualsiasi traccia e sospetto di contatto con la mafia, la nostra italianissima piaga della mafia che può arrivare a mettere quintali di tritolo dove vuole e uccidere come e quando vuole, senza nessun rimorso, come se fosse un film. Ricordatevi anche di Giuseppe Impastato.

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