Ho visto di recente un film di "azione", uno di quei film che si vedono quando si è nel punto di mezzo dell'asta a cui sono appesi la stanchezza del lavoro e la sterilità creativa. Una pura e volontaria sfrontatezza nel gettare al vento il proprio tempo.
Tuttavia. Nel film ,come da copione, un mostro invade la terra, ammazza e squarta tutti, e l'omino buono, probo, arriva con il suo spadone magico, lo spedisce nel suo aldila, e cosi tutti vissero felici e contenti.
Poi, sono andato a fare una passeggiata in un parco qui dove vivo.
C'era una manifestazione di ONG. C'era più o meno tutto il mondo-sottomondo rappresentato, per intenderci tutti i popoli squartati da (noi) potenti e diplomatici.
In particolare, mi sono (sof)fermato allo stand dell'Iraq. Era di un'organizzazione medica che lavora per i casi più gravi di malformazioni genetiche dovute all'uso massiccio di armi all'uranio impoverito durante l'ultima invasione statunitense, o meglio, degli "alleati".
Ebbene, guardando quelle foto di esseri sì vivi ma tutt'altro che uomini; molto più che deformi; molto più che orribili; molto più che scassati; a parte il ritorno di quella sensazione che ti fa sentire il mondo sprofondato inevitabilmente sotto un macigno di dolore per cui anche l'aria ti diventa insopportabile, ho concluso che c'è solo un mostro che abita il nostro pianeta: e siamo noi stessi. E questo mostro è abilissimo: riesce a convincere altri di non essere un mostro mentre lo sta facendo!
Il ritorno
6 anni fa
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