Non possiamo non seguire con una certa meraviglia e anche stanchezza i viaggi del nostro papa.
Questa volta è andato in Francia. Non ci meraviglia il fatto che questo papa, per un disegno misterioso che almeno a noi sfugge, è alquanto stantio. Insiste ancora su fede, politica, rapporti tra fede, politica e religione, quando nel mondo ci stiamo ammazzando per altri motivi: guerre sugli innocenti, Darfur che s'abissa, interessi pilotati, Tibet sovvenzionato dalla Cia contro la Cina, massacri in Afghanistan, fascisti emergenti in Italia, crescita 0 sia di persone che di produzione, eccetera...Eppure, lui, continua a parlare di religione. "La religione è importante per lo Stato". Attenzione, non dice Cristo. Se avesso detto "Cristo è importante" avremmo da pensarci su. Ma dire che la religione è importante per la politica nasconde ogni possibile fraintendimento. La religione è un'istituzione civile con tutto il suo clero e le sue regole statiche. Ma il cristianesimo, ci teniamo a precisare, non è una religione. Non è nemmeno nato come una religione.
Ma la cosa interessante che volevamo far notare è che questo papa è troppo umile ad ergersi e usare davvero il suo scettro: in America quasi doveva mettersi in ginocchio di fronte a Bush e di tutto ha parlato tranne dei massacrati su innocenti (civili cristiani) in Iraq, compreso i preti. Nel pubblico ci sono sempre i Berlusconi e i Sarkozy, tutti reverentissimi a parole, osannano anche loro i valori della religione, proprio loro, aperti ripudiati o ripudiatori, quando poi lo stesso papa fa tutta una casistica su chi può e chi non può prendere la comunione a messa.
Chissà se a loro gliela dà...
Il ritorno
6 anni fa
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