giovedì 31 luglio 2008

Vacanze

Prima di partire per le nostre "dovute" vacanze, termine astratto coniato dal potere del mercato con tutte le sue agenzie viaggi, vorremmo far volare il nostro pensiero altrove.
Non siamo preoccupati come alcuni a quei poveri italiani che non potranno andare in "vacanza" e che resteranno appicicati alle loro playstation e tv e computers per tutta l'estate, oziando e generando vizi.

Il nostro pensiero va a quegli uomini che varcano il mare, affrontando la morte per naufragio, come se la vita fosse ormai giunta al limite della sopportazione, come se la fuga fosse rimasta l'unica occasione per sentirsi un po' vivi e sperare.
Il nostro pensiero va a loro, che,dopo dissenterie e lacrime versate sul nostro vecchio mare, arrivano nel nostro Paese, dove, mentre loro affogano, i politici, da una parte, gli italiani dall'altra, se la godono dopo tutto. Oppure, sono li' a fabbricare i nuovi muri di separazione, visto che per quelli di cemento la finanziaria non ha stanziato ancora fondi.
Il nostro pensiero va ai morti ammazzati in Iraq (54 solo ieri), vittime di non si sa cosa, forse del destino impostogli dallo straniero che per fare la pace fa il deserto.
Il nostro pensiero va ai Palestinesi ammazzati (oggi un bambino di 9 anni), che per protestare usano le pietre, e in cambio arrivano pallottole. Come per dire, che gli umiliati e offesi non hanno nemmeno il diritto di gridare.
Il nostro pensiero va ai morti ammazzati in Afghanistan, vittime di un nemico senza bandiera, compatriota e straniero. Il primo forse vigliaccco, il secondo lo stesso ma che per prendere una mosca usa il cannone.
Il nostro pensiero va a tutti i giovani italiani, ipnotizzati dal nulla mediatico, allevati sotto i raggi alfa delle tv berlusconiane e il disinteresse di chi forse era troppo occupato a pensare allo stipendio di fine mese.

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