martedì 15 luglio 2008

Sum ius summa iniuria



Non ci eravamo illusi, e, fin dall'inizio sapevamo che questi signori al governo
vanno "avanti", nonostante il terreno fragile su cui stanno portando l'Italia.
E così le impronte ai rom verranno prese.
Quello che ci colpisce di piu',però, è il modo con cui il capo del parlamento ha difeso questa legge, approvata in tempi brevissimi.
Ovviamente, non ha detto "stiamo diventando razzisti perché abbiamo in parlamento quelli della Lega, che se la prendono con tutti quelli che non odorano come loro." A Barroso ha detto che l'Italia è un Paese aperto e le impronte verranno prese per favorire l'integrazione dei bambini nelle scuole. A rigor di logica quindi, anche gli altri bambini dovrebbero fornire le impronte. Altrimenti che integrazione è? Pensate a come li tratteranno sti bambini rom, schedati, improntati, già mi immagino gli scherzetti che gli faranno i nostri ben educati figli italiani, ipnotizzati dalla tv e dai video giochi. Viva l'integrazione!

Dice che l'Italia è un paese aperto, mentre nel suo governo ha una mandria di bufali scatenati, i leghisti, che contro gli immigrati ne combinano di tutti i colori. Ricordate cosa dissero all'inizio del governo? "Via i barbari dall'Italia!". Intanto, gli immigrati, quelli che lavorano, vivono come le bestie. Basta andare nella piana del Sele, dove tutti lo sanno, compreso lo Stato, e nessuno fa niente, a parte le impronte digitali.

Dice che l'Italia è un Paese accogliente. Ciò vorrebbe dire che il diverso non fa paura, non incute terrore, non è considerato un mostro, soprattutto il diverso-povero e miserabile.
Ma l'Italia cosa fa? Lo scheda. Bella accoglienza. E' come entrare in casa di qualcuno per chiedere il pane, e quello ti chiede il codice fiscale.
Se l'Italia fosse accogliente, capirebbe i problemi e cercherebbe di andarli a risolvere alla radice. Non ho mai visto un Bossi o un Berlusca andare nei paesi da dove provengono questi "clandestini", per cercare di capire come nasce il fenomeno; non ho visto questi signori andare a parlare con i capi di governo di Stati poveri e cercare di fare qualcosa. Ma qui ci vorrebbe un Mattei o un La Pira.
L'Italia è un Paese accogliente, e per questo ha inserito la discriminante razziale per i rom e clandestini. Mi chiedo cosa debbono dire i rom che sono nati in Italia? Non sono forse italiani? Se prendete le impronte anche a loro siete razzisti!
Berlusca dice che serviranno per identificarli. Ma non c'era la carta d'identità, o sbaglio?

Dice poi che la maggior parte dei carcerati (40%) sono stranieri clandestini. A parte la fonte di questo dato, notiamo anche che è al di sotto della metà (50%). Inoltre, un clandestino è un povero cristo, che spesso vive nella merda. Nella povertà. Io direi che la povertà genera il crimine, non tanto l'essere straniero. Se avesse detto "dobbiamo ridurre la povertà tra i cittadini del nostro Stato" allora avrei capito. Ma lui dice "siccome i clandestini sono criminali, dobbiamo schedarli". Come dire: siccome in Sicilia c'è la mafia, dobbiamo schedare tutti i siciliani. Siccome in Campania c'è la camorra, dobbiamo schedare tutti i campani!

Siccome il premier non si sente sicuro delle contraddizioni che diceva, crede di proteggersi dietro le parole piu' strumentalizzate della storia e dice «Se c’è un paese aperto siamo noi. In Italia e nel governo c’è spirito di accoglienza, anche per i nostri valori cristiani e cattolici».
Le parole cattolico e cristiano messe lì, come una polverina magica, come una medicina per tutti i mali. Non credo proprio che né Cristo né il il papa desiderino prendere le impronte digitali ai poveracci. La politica stessa della Chiesa è la difesa dei poveri. E ci sono persone che per questo danno tutta la vita, tutta. Ce ne son tanti, e fra i tanti ricordiamo Madre Teresa.
E non mi sembra che Cristo andava per le vie di Gerusalemme a prendere le impronte o a fare i censimenti. Al massimo era uno che era seguito dai poveri, che trovavano in lui la pace. Ma questa è un'altra storia.
Quello che mi spaventa è l'uso delle parole cristiano e cattolico per difendere qualcosa che cristiano e cattolico non è. La parola cattolico significa universale. Quindi a rigor dei termini, se prendi le impronte a uno le devi prendere a tutti.
Ci chiediamo: cosa pensava il premier, o chi ha scritto l'intervento per lui, quando diceva queste parole?

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