sabato 7 giugno 2008

I nostri "politici"

La politica dovrebbe essere al servizio della gente, comprendendo anche quel servizio che e' il far comprendere le cose, piuttosto che confonderle.

Vediamo come ragionano dunque questi nostri signori, ad esempio il signor Bossi.
Prendiamo spunto da alcune frasi.

Dice "(il reato di clandestinita')E' un messaggio: non venite clandestinamente perchè rischiate".
A parte quelli che sono delinquenti per lavoro, ci domandiamo a quanti altri oltremare interesserebbe mai di abbandonare il proprio paese, il luogo dei propri ricordi, per arrivare in un posto dove rischia di essere trattato da meno di un uomo.

Signor Bossi, gli stati come il nostro, cioe' dove siedono signori come voi e il signor Berlusca, sono gli stessi che costringono di fatto questi cristi a trovare altri luoghi PER SOPRAVVIVERE.
Ma lei e il signor Berlusca, che non si capisce da quale parte sta (o forse da tutte le parti, basta che comanda lui), fate di tutta un'erba un fascio, e quindi a ragione vi dobbiamo chiamare fascisti. Continuaiamo a insistere sul fatto che i reati commessi da stranieri sono minori di quelli commessi da italiani, e continuiamo a chiederci come c'entrino mai i rom. Purtroppo i media e i giornali, a vostro comando, vanno a caccia della notizia cotta per voi e gli italiani ci cascano.

Bossi continua parlando del problema delle prostitute dicendo che un problema "sanita'" e non di moralita'. Non mi meraviglio di questo scambio di parole, perche' se avesse usato la parola moralita' avrebbe dovuto ammettere che lo Stato ha un fondamento di comportamento, cosa che contradirebbe il suo partito, il cui unico fondamento e' la legge del piu' forte. Pero', il problema c'e' e quindi ha usato un termine asettico, sanita'. Gli italiani dunque hanno bisogno di sicurezza, e per questo ci pensa Maroni a far fuori tutti i nigger; e poi avrebbe bisogna di pulizia, e qui ci pensa lui che, insieme a Maroni, prospettano i quartieri a luci rosse. Forse per legittimare le loro scappatelle fuori parlamento...

Ci chiediamo a questo punto se per legge si possa decidere che una cosa sia giusta o sbagliata. Non speriamo che i nostri politici sappiano rispondere (ma Berlusconi cosa ha studiato?), e poniamo la domanda agli italiani.

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