giovedì 15 maggio 2008

Siamo messi male

Umberto Bossi esulta dopo la retata contro i non-italiani (diciamo stranieri) commessa di recente e eretta quasi a simbolo di questo neo governo.
"E' una cosa positiva, è quello che vuole la gente. La gente chiede sicurezza e noi dobbiamo dargliela",
Non solo, ma, a proposito degli episodi di violenza scoppiati a Napoli ha detto:"La gente fa quello che non riesce a fare la classe dirigente. Bisogna dare sicurezza".
Varie osservazioni.
1) La gente non e' tutta la gente. C'e' anche chi ha un altro criterio dal suo. Se l'indomani "la gente" le chiedera' di andare nudi per le strade cosa farebbe? Una cosa sono le istanze sociali, frammiste a istinti popolari, una cosa e' la politica, che e' il bene per tutti, soprattutto dei piu' disgraziati, per storia e condizioni di vita.
2) Come mai solo adesso vengono fuori tutte queste efficienze delle forze di polizia? Significa che prima non facevano il loro dovere? Quindi non e' colpa del governo, ma della polizia. Come dire, in Italia c'e' sempre qualcuno che non lavora...D'altro canto, come mai la stessa efficienza non si usa per gli italiani monelli? E che facciamo, li sbarchiamo all'Isola d'Elba?
3) I giornali forniscono i numeri degli arresti. Bisogna vedere quali sono stati i metodi usati, di cui sospetto molto, e quali effettivamente erano "criminali".
4) La sicurezza non e' l'eliminazione di cio' che fa paura, ma la lotta instacabile di dialogo e incontro, per conoscere l'altro diverso. Altrimenti, ci ritroveremo nella sicurezza di un cimitero...

C'e' gente che non sa cosa fare, e' spaventata, perche' non sa dove andare, visto che e' 20 anni che e' in Italia. Mi spiace che l'Italia stia assumendo un atteggiamento da Klux Klux clan, quando da un fatto di cronaca si eresse una cultura della paura dell'altro senza discriminazioni, e che porto' a un bagno di sangue di cui ancora oggi i neri soffrono.
Se poi queste violenze popolari autogestite contro il diverso sono anche favorite da frasi falsamente pietistiche di un politico, siamo al limite di una civilta'.

C'e' una difficolta' a far capire non tanto ai politici ma alla gente "europea", e soprattutto italiana, che noi non siamo i migliori di altri. E che l'altro, il diverso, il non italiano, o quello che vive in roulotte, non necessariamente e' un mangia-bambini.

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