martedì 27 maggio 2008

Progresso all'indietro

Mi ricordo che nelle passate campagne elettorali, nel programma Berlusconi si sentivano parole come queste "aiutare chi e' rimasto indietro". Non si sa bene a chi si riferiva, ma secondo lui chi era rimasto indietro era colui che non era come l'Italia. Speravo che nessuno l'avrebbe ascoltato, perche' il suo essere "avanti" e' in realta' l'andare piu' indietro di tutti.
Ma purtroppo e' successo il contrario. Lo dimostra il clima di tensione e di terrore, alimentato da giornali e media, che viene esasperato in questi giorni, soprattutto dopo l'episodio della rissa alla .
Sapienza
Come al solito, facciamo alcune osservazioni pacate, anche se ci cascano le braccia.
1) Berlusconi e' al governo, e l'Italia ha, direi, naturalmente scelto di andare piu' indietro. Una perfetta simbiosi fra il potere e il succube dei suoi mezzi, che, uniti, portano allo stato-dittatura.
2) In una dittatura l'arroganza la vince.
3) E' ovvio che il governo non dira' mai che e' arrogante e che non respinge gli atti di intolleranza e di violenza. Ma sotto sotto, fa il contrario. Guardate il pacchetto sicurezza, in cui ci sono macchie di intolleranza dappertutto. E cosa vi aspettate che facciano questi circoli del tempo perso ascoltando i loro piu' incravattati sostenitori? Se un politico come Calderoli dice "cacciamo via i barbari dal nostro Paese", mi chiedo cosa altro possa nascere nella mente di un ragazzo senza giudizio che lo ascolta e per di piu' che frequenta altri come lui? Il primo che dice il contrario gli spacchiamo la testa! Autorizzato dal ministro!
4) La Sapienza sembra vivere nel terrore: appena si alza l'aria del popolo, si ritira e annulla convegni e convenuti. Aveva organizzato un incontro sulle Foibe e lo ha annullato; aveva invitato il papa, e tutti hanno avuto paura del confronto. Siamo nell'era di Internet, l'informazione, la nozione, il cosiddetto social-networking, ma stranamente abbiamo piu' paura dei cavernicoli di incontrare un simile nostro.
5) Ai ragazzi di sinistra: se instaurate o impostate la rivoluzione sulla violenza dialettale ("via i fascisti") o su incitazioni ad essa, fate il gioco del vostro nemico, che, debole, aspetta proprio queste mosse per scaldarsi. Dovete andare al fondo proponendo un giudizio sulla verita' non un pregiudizio fascista su tutto il resto. Invece di scrivere "via i fascisti dalla Sapienza", potevate scrivere "Chi usa la violenza invece del cervello e' come chi gioca al casino con i soldi del Monopoli" o roba del genere.

Italiani, diffondete questo blog!

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Discriminazione e xenofobia
Il 31 ottobre 2007 è stata aggredita e uccisa a Roma una donna di 47 anni, Giovanna Reggiani; dell'omicidio è accusato un cittadino rumeno, da alcuni ritenuto appartenere alla minoranza rom. All'episodio sono subito seguite dichiarazioni di esponenti politici locali e nazionali che alludevano a responsabilità collettive di minoranze e gruppi di migranti.

Nelle ore immediatamente successive al crimine, gli organi di informazione hanno riportato le dichiarazioni del segretario del Partito Democratico e allora sindaco di Roma Walter Veltroni, secondo le quali "prima dell'ingresso della Romania nell'Unione europea, Roma era la metropoli più sicura del mondo", e ancora: "Se si sta in Europa bisogna starci a certe regole: la prima non può essere quella di aprire i boccaporti e mandare migliaia di persone da un Paese europeo all'altro".

In un'intervista rilasciata il 4 novembre successivo l'on. Gianfranco Fini, presidente di Alleanza Nazionale, ha dichiarato: "C'è chi non accetta di integrarsi, perché non accetta i valori e i principi della società in cui risiede" e ha così risposto alla giornalista che gli chiedeva se si stesse riferendo ai rom: "Sì, mi chiedo come sia possibile integrare chi considera pressoché lecito e non immorale il furto, il non lavorare perché devono essere le donne a farlo magari prostituendosi, e non si fa scrupolo di rapire bambini o di generare figli per destinarli all'accattonaggio. Parlare di integrazione per chi ha una 'cultura' di questo tipo non ha senso". Negli stessi giorni sono state riportate queste dichiarazioni del prefetto di Roma Carlo Mosca: "Firmerò subito i primi decreti di espulsione. La linea dura è necessaria perché di fronte a delle bestie non si può che rispondere con la massima severità".

Il 6 novembre 2007 l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) ha espresso preoccupazione per il clima di intolleranza manifestatosi in quei giorni e per lo "stato di tensione nei confronti degli stranieri alimentato negli anni anche da risposte demagogiche alle tematiche dell'immigrazione messe in atto dalla politica"; il giorno seguente il presidente dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa ha messo in guardia l'Italia circa il rischio di una "caccia alle streghe" contro i cittadini rumeni e in particolare contro i rom.

Nei mesi successivi sono state riferite molteplici dichiarazioni analoghe di esponenti dei diversi schieramenti politici di livello nazionale o locale.

Nel dicembre 2007 gli organi di stampa hanno riportato le affermazioni di un consigliere comunale del Comune di Treviso che invocava "metodi da SS per gli immigrati che recano disturbo", mentre più di recente un deputato della Lega Nord ha affermato: "Storicamente contro le invasioni ogni Stato ha sempre utilizzato il proprio esercito per difendersi. Oggi la storia si ripete: siamo sotto un diverso tipo di invasione, attuata con metodi diversi, ma per gli stessi motivi, ovvero soggiogarci a leggi altrui o depredare i nostri beni".

Nel corso del 2007 e sino al maggio 2008 si sono verificati attacchi violenti ad accampamenti rom in diverse città, tra cui Appignano - Ascoli Piceno (aprile 2007), Roma (settembre 2007), Torino (ottobre 2007) e Ponticelli - Napoli (maggio 2008). Sono state anche segnalate dagli organi di informazione diverse aggressioni ai danni di immigrati romeni e di altre nazionalità, tra cui i recentissimi episodi che hanno colpito a Roma, nel quartiere Pigneto, cittadini del Bangladesh.

A marzo 2008, il Comitato delle Nazioni Unte per l'eliminazione della discriminazione razziale (CERD/C/ITA/CO/15) ha espresso preoccupazione per le condizioni di "segregazione di fatto" in cui si trovano i rom in Italia, privi di accesso ai servizi essenziali, e per i discorsi di odio dei politici. Il Comitato ha evidenziato gli stereotipi riguardanti i rom diffusi nell'opinione pubblica e presso i Comuni, i quali danno origine a ordinanze discriminatorie. Preoccupazione è stata espressa anche rispetto alla situazione dei migranti irregolari.

Il 16 maggio 2008, a seguito dei citati attacchi incendiari avvenuti a Ponticelli, l'Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani dell'Osce ha espresso preoccupazione per l'aumento della retorica anti-rom e anti-immigrati verificatasi negli ultimi mesi e ha ricordato che la ricorrente stigmatizzazione di questi gruppi aumenta le probabilità che si verifichino violenze.

Il 20 maggio 2008 la European Roma Policy Coalition, di cui AI fa parte, ha chiesto con urgenza alle autorità italiane di agire contro l'uso di dichiarazioni anti-rom da parte media e dei politici italiani e ha affermato che l'Italia ha alimentato il razzismo attraverso la retorica anti-rom.

da Amnesty International, "Rapporto annuale 2008; la situzione dei diritti umani nel mondo".