Dire che "la gente" vuole questo e' una forma di dittatura. La democrazia deve sentire tutte le voci in capitolo. E un politico che si rispetti e' un uomo che, sentite tutte le istanze sociali e culturali, ammette di poter sbagliare. Altrimenti, e' un debole, perche' si abbassa ai suoi istinti di dominio. Speriamo che non sia cosi'.
La "gente" non e' l'Italia, e' quella grande maggioranza di persone lasciate senza un criterio di giudizio sulle cose. Succube, volontariamente e non, di un'informazione televisiva basata sui colpi di scena, sul pettegolezza, sulle tragedie intimidatorie, sui talk-show palcoscenici di un mondo inesistente, eccetera. Ne e' sintomo il fatto che la televisione e i giornali mettono sullo stesso piano l'uccisione di una ragazza minorenne da parte di suoi coetanei e l'ultimo calendario dell'ultima arrivata meretrice senza veli, o cose simili.
Non c'e' valore o criterio di giudizio, scelta, ponderazione, nei giornali e nella tv, o tantomeno nella "gente". E' una crisi che aveva profetato, credo, J. Guitton, quando parlava che il futuro del '900 vedra' la crisi dei valori. O forse e' solo l'Italia che e' cosi'?
O forse, addirittura, e' quell'Italia che ha votato il suo stesso despota? Despota dell'informazione e' riuscito a convincere cosi' bene l'Italia a votarlo, che adesso continua a poter permettersi di fare il despota! E in questo dispotismo si sono aggiunti i nuovi paladini della giustizia, i leghisti, che pur di arrivare al potere, hanno fatto man bassa della paura della gente (immotivata) per raccogliere voti.
Il ritorno
6 anni fa
1 commenti:
"Un discorso? I discorsi sono aboliti. Tempo deprecabile quello dei discorsi. Ricordate? Arriva una cartolina che diceva: lei è precettato in piazza, all'ora tale, del giorno tale: ad ascoltare un tizio qualunque, ad ogni piè sospinto. E la gente diceva: sempre discorsi. Ma il periodo dei discorsi è finito. La resistenza è un'altra cosa. Non si tratta di discorsi. La resistenza è il documento dei tempi nostri che riverbera la sua luce spettacolare sul mondo." Giorgio La Pira
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