Per gentile concessione di Marassi
Il nostro presidente del consiglio continua a gridare come un perseguitato.
Pensate che dice che i magistrati sono tutti contro di lui.
Due affermazioni (vai all'articolo) ci colpiscono ancora una volta.
La prima riguarda la sua auto-osannata innocenza.
Se uno dice il vero non ha bisogno di gridare, o di offendere.
Anzi è proprio il contrario, ed è così che fanno tutti i grandi uomini.
Perfino Andreotti, che fu imputato per mafia, non si mise a fare crociate contro
i magistrati.
Ci chiediamo ancora il senso di questo paradosso: Berlusconi che
si dice martirizzato e le sue leggi che imabavagliano il Paese.
Dice poi che nel nostro Paese non c'è libertà, che l'Italia è un Paese in libertà vigilata.
Qui si vede proprio che stiamo usando la stessa parola ma con significati diversi.
Per noi libertà significherebbe che ogni cittadino, e ripeto ogni cittadino,
ha il diritto di esprimere le sue opinioni liberamente e alla pari con gli altri.
Per lui invece significherebbe non mettere i bastoni nei suoi affari, tra cui, ricordiamo,
c'è l'informazione che, come sappiamo, è manipolata (da lui).
Mi chiedo che senso abbiano le sue affermazioni: dice che non c'è libertà. Ora, un capo di governo è colui che è al vertice del sistema e, diciamo, in termini non assoluti, libero di esprimersi come vuole. Fortuna vuola che questo capo di Stato italiano possieda anche
il 100% di tutta l'informazione di prima serata. Dunque, di quale libertà sta parlando?
Dice inoltre che il suo è stato un calvario, in riferimento alla magistratura. Eppure non ha passato nemmeno un giorno in galera. Conosco un vicino di casa che per un errore giudiziario
si è fatto 20 anni di galera. Lontano da famiglia e senza quattrini. Bella differenza!
Ricordiamo anche che la parola calvario è il nome del monte dove portarono al macello Gesu Cristo, uomo innocente, buono, intelligente che, di fronte ai suoi accusatori, non diceva che erano tutti dei pirla. Ma questa è un'altra storia.
Ultima nota. Berlusconi dice "noi andremo avanti!". Non è la stessa cosa che dicevano ai tempi dei miei nonni, quegli altri folli dei fascisti?
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